08/10/10

Come si muore per fame

La fame è una delle più lente ed umilianti forme di morte.
Il suo effetto più immediato è la rapida perdita ponderale di peso, man mano che il  corpo consuma le riserve di grasso e poi di tessuto muscolare.
Con una dieta di 1.600 calorie giornaliere, equivalenti a mezzo chilo di cereali, il corpo perde un quarto del suo peso in due o tre mesi.Questa, la prima fase della carenza alimentare, è un'immagine che la televisione ci ha reso familiare. Tutto ciò è il primo stadio dell'inedia.

Per "inedia" si intende una grave riduzione nell'apporto di vitamine , nutrienti e in generale di energia. Essa rappresenta la più estrema forma di malnutrizione. Negli esseri umani , uno stato di inedia prolungata causa danni permanenti agli organi, portando alla morte.
Secondo la Fao più di 25.000 persone muoiono di inedia ogni giorno, un bambino ogni cinque secondi. Gli individui affetti da inedia perdono sostanzialmente materia grassa e materia muscolare perché il corpo si rivolge a questi tessuti per ricavarne energia.
La pelle diventa, ora dopo ora, secca e pallida. Gli adulti hanno spesso corpi smunti e addomi incavati, mentre i bambini presentano un ventre gonfio per i gas generati dai batteri che si moltiplicano nello stomaco e nell'intestino.
Inoltre la capacità motoria si riduce ed insorge un'apatia generale. Se l'assunzione di cibo diminuisce ancora,  si verifica una maggiore perdita ponderale con un incremento del tasso di mortalità.
Psicologicamente il desiderio di cibo è dominante , tutte le altre emozioni si attenuano. Si riscontra un abbassamento delle norme morali e in condizioni estreme possono ricorrere fenomeni come l'omicidio e il cannibalismo.
In questa seconda fase il corpo smette di dimagrire e comincia a gonfiarsi: si verifica quella che nell'età medioevale si chiamava “idropsia” e che oggi va sotto il nome di edema, definita dall'enciclopedia britannica  come “rigonfiamento dovuto all'imbibizione dei tessuti interstiziali”.
La mancanza di proteine infatti provoca il passaggio di fluidi dal compartimento vascolare a quello interstiziale tissutale che, se leso con un ago, produce la secrezione di un fluido liquido non coagulabile.

Clinicamente , la MPE si presenta in una forma asciutta e umida. La forma asciutta, il marasma, deriva da un digiuno quasi completo con carenza sia delle proteine che delle sostanze nutritive non proteiche. Il bambino con marasma consuma delle quantità di cibo molto piccole (perchè spesso sua madre non riesce ad allattarlo) ed è molto magro per la perdita della massa muscolare e del grasso corporeo.
La forma umida è chiamata Kwashiorkor , che nel mondo africano significa “primo bambino-secondo bambino”. Questo termine si riferisce al fatto che il primo bambino sviluppa una MPE quando nasce il secondo bambino, che lo sostituisce al seno materno. La prole svezzata viene alimentata con poca pappa di avena, che possiede scarse qualità nutrizionali in confronto al latte materno, e non riesce a crescere.
Il “Kwashiorkor” è dovuto ad una deficienza cronica di nutrienti (ferro, acido folico, iodio, selenio, viatamina C ) in particolare quei nutrienti con capacità antiossidante. Tuttavia esistono diverse spiegazioni per motivano lo sviluppo del  Kwashiorkor , rendendo l'argomento ancora controverso.
I sintomi di questa patologia includono un addome gonfio noto come “pancia a pentola” (raffigurata nell'immagine), una decolorazione rossiccia dei capelli e la depigmentazione della pelle.

Eleonora Pochi

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